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Un posto dove la fantasia della natura
non ha trovato limiti.

Il Gargano è ricoperto per lo più da vaste faggete, presenti nella foresta Umbra o nel bosco di Ischitella, ma hanno una caratteristica che le differenzia dalle altre.

Normalmente il faggio è un albero che cresce in zone elevate (800-900 m.) perché ha bisogno di molta umidità. Da studi effettuati sulle faggete garganiche, è risultato che, per le condizioni climatiche ambientali del posto, i faggi crescono già a circa 300 m. e per questo motivo le vaste foreste vengono chiamate “faggete depresse”.
Inoltre queste faggete devono lasciare lo spazio ad altre specie arboree, ed è a questa varietà di specie che si deve il miscuglio bellissimo di colori che rivestono il Gargano.

Rami di aceri, tassi (la cui età, secondo alcuni autori, va dagli 800 e i 2000 anni), lecci, carpini, tigli, pini d’Aleppo, uliveti, alberi di arance e limoni, si intrecciano per dar vita insieme ad un paesaggio unico.
L’orchidea è il fiore caratteristico del Gargano dove se ne contano ben 65 specie, rappresentando l’area geologica italiana con il maggior numero.

Il Gargano è l’unico territorio in Italia a vantare un elevato numero di studiosi, per lo più botanici, che nel corso dei secoli hanno catalogato instancabilmente, ogni forma di vita vegetale presente sul promontorio, senza, tra l’altro, giungere mai ad una fine.
I primi studi sulla flora garganica risalgono, secondo alcuni testi molto antichi, al 1500, e i botanici hanno censito più di 2000 specie vegetali, che rappresentano il 33% delle specie vegetali italiane.
Molte delle specie catalogate dal 1500 ad oggi, non ci sono più o stanno scomparendo a causa, tra le altre, della speculazione edilizia del territorio, o gli incendi che ogni anno lo devastano, ma altre sono state scoperte recentemente e si sta facendo il possibile per tutelarle.